L'Inclusive and Adaptive Design vede come obiettivo primario la possibilità di facilitare la vita di tutti, semplificando le esperienze a persone di diverso genere, disabilità, etnia, età. Da ottobre 2020 l'Inclusive and Adaptive Design è stato anche la materia di un corso allo Ied che ha chiamato i suoi studenti del corso di specializzazione in Shoes and Accessories Design di Milano sono stati chiamati a progettare in maniera “inclusiva” nel primo semestre dell’anno accademico 2020/21.
“È stata una riflessione attenta sul tema dell’Appropriazione Culturale a confermarci quanto sia ancora più importante educare e illuminare la nuova generazione di designer, farle comprendere che progettare una collezione moda non è solo un’azione estetica o personale, ma un processo più complesso che prende spunto anche da previsioni di cambiamento legate alle attuali condizioni sociali – ha commentato Alon Siman-tov, Coordinatore del Corso di Shoes and Accessories Design IED Milano.- Da diverso tempo l’ingiustizia sociale, le diversità di genere, i diritti delle minoranze e le disabilità hanno iniziato a modificare il nostro modo di pensare e impattano sulle nostre scelte quotidiane e personali, soprattutto nell’ultimo anno di pandemia. Il sistema moda, come lo conosciamo, va rivisto; e chi può fare meglio in questo senso se non la prossima generazione di designer?”.
Condotto dai docenti Mia Vilardo e Riccardo Polidoro, soci di Studio Elitre, il corso di progettazione inclusiva ha chiesto di creare prodotti originali in grado di soddisfare le esigenze di tutti.
Ecco i progetti degli studenti del corso:
AL DI SOPRA DI OGNI IDENTITA’ DI GENERE
REN: Collezione Agender, capi e accessori che rispecchiano la persona a prescindere se uomo e donna
Sul fronte delll’inclusività di genere, la proposta REN va ad intercettare le necessità di chi non si identifica in uno dei due generi sessuali e di chi si sente unico attraverso quello che sceglie di indossare: un mix di capi e accessori che rispecchia la persona senza distinzione tra uomo e donna. Zaini, borse e scarpe sono progettati per fondersi armoniosamente su qualsiasi corpo grazie a materiali termorestringenti e a una elasticità performante; ogni modello di calzatura è previsto in numerazioni vastissime – dal 35 al 45; l’intercambiabilità di singoli elementi (dalle suole alle chiusure) consente di esprimere la propria personalità pur indossando uno stesso accessorio di base; le chiusure delle borse tramite impronta digitale rafforzano l’idea di individualità, a prescindere dal genere. Il concept di collezione “agender” (di Evelyn Bressan, Alessandro Martella, Sofia Peselli, Roberta Vagnoni) parte dall’idea di corpo come casa, luogo in cui essere davvero se stessi, liberi e nudi: nella storia di quasi tutte le culture del mondo la casa è accomunata dall’utilizzo di un materiale particolarmente malleabile – l’argilla – in grado di prendere qualsiasi forma, proprio come si punta a fare con questa linea di accessori.
DISABILITA’ IPOVEDENZA
JFMP: Collezione By my eyes, accessori e calzature dalle superfici irregolari, dettagli in rilievo, profumi associati ai colori, gps incorporati

Sul fronte disabilità, c’è chi ha immaginato un brand moda “per chiunque si senta sbagliato o non interamente rappresentato”. JFMP – Joy for mistaken people (proposta di Penelope Bazzani, Michela Polo, Jennifer Rossi, Federica Santangelo) sovverte le regole e guarda le cose sotto una luce diversa, lavorando nello specifico sulla cecità e l’ipovedenza. Il concept di collezione By my eyes punta sui sensi altri, rispetto alla vista, utilizzando materiali dalla superficie irregolare e dettagli in rilievo, in grado di comunicare e far percepire bellezza anche attraverso il tatto. Le indicazioni sui tessuti e i rispettivi colori sono scritti in linguaggio braille, ad ogni tinta è associata un’essenza profumata che consente di comprendere facilmente l’abbinamento cromatico che si indossa (l’azzurro, ad esempio, profuma di menta, il grigio di timo). Lo stivale Chelse, utilizza un GPS removibile e intercambiabile che comunica direttamente con un’app mobile, a sua volta in comunicazione con delle cuffiette attraverso cui l’utilizzatore ascolta le indicazioni sulla strada da percorrere ed eventuali ostacoli, per tranquilli spostamenti in città. Stesso principio vale per la linea di occhiali, che è in grado di leggere libri ed etichette di prodotti tramite una telecamera anteriore e trasmetterne il contenuto via audio direttamente alle orecchie di chi li indossa.
INCLUSIONE ETNICA
TO.GET.THERE: Rebirth, tessuti con materiali naturali che vanno al di sopra di ogni tradizione culturale

Sulla via dell’inclusione etnica, il progetto To.get.there – Rebirth va invece a lavorare concettualmente per “unire” quanto sta alle radici più profonde dell’esperienza umana, ciò che accumuna tutte le culture (tanto a livello fisico, quanto spirituale). Ciò si traduce non solo nella scelta di tessuti realizzati a partire da elementi presenti in natura, ma anche nel riutilizzo, nella macinazione e nella lavorazione di scarti industriali e produttivi per ottenere, con gli opportuni leganti, nuovi materiali di progettazione: “Cosi come succede per l’anima, che con la reincarnazione torna a vivere, una occasione di riscatto, può esserci una seconda opportunità anche per i materiali di scarto che hanno il potere di rinascere in nuovi oggetti”, racconta il gruppo composto da Antonio Boffa, Greta Giampaolo, Alessia Molinari e Irene Molinari. Gli accessori sono inoltre inclusivi perché pensati per interconnessi tra loro: un codice allegato al prodotto consentirà a ogni acquirente di avere un’idea di chi e da quale parte del mondo ha acquistato un prodotto simile, in una simbolica unione tra esseri umani di diverse culture stabilita attraverso scarpe, borse a cappelli.
AGELESS
AMAS: una gamma di accessori per ogni età legati dalla dimensione ludica

Il buon gusto e il saper essere d’ispirazione non hanno età: così, il gruppo di lavoro sul tema ageless (Simone Ricetti, Alice Marchetti, Alessandra Natalino, Martina Sagliaschi) ha immaginato AMAS, una gamma di accessori perfetti per tutte le stagioni della vita. Cosa accomuna davvero tutti più del gioco? L’idea di collezione parte da questa domanda e dalla certezza che la dimensione ludica può attraversare tutte le età. Così ogni accessorio è pensato per essere venduto con una scatolina gioco, un mazzo di carte che ricorda il memory e suggerisce il tema del ricordo e dei legami che è in grado di creare. Anche calzature e borse, in pelli vegane, rimandano al tema del gioco: le scarpe non solo presentano tacchi relativamente bassi per adattarsi a ogni camminata (e intercambiabili per diverse occasioni), ma sono “animate” da pedine che si ispirano al gioco del Forza 4, libere di muoversi nel tacco stesso; le borse a tamburello, con la loro ironia, riprendono invece struttura e meccanismi dello yo-yo.